Il valore della partnership: consulenti di management

da | Lug 18, 2016 | News

L’importanza di una rete di consulenza per le imprese

Venerdì 8 luglio ci siamo incontrati a Villa Fiorita di Monastier in un evento fra i Consulenti di Management del NordEst, organizzato dalle Delegazioni territoriali APCO (Associazione Professionale Italiana Consulenti di Management) del Veneto, Friuli Venezia Giulia e Trentino Alto Adige per un confronto sulle opportunità di aggregazione fra liberi professionisti.

Dai primi dati esposti è risultato chiaro che…c’è molta strada da percorrere!

Perché è importante una rete di consulenza per le imprese

Se in passato un consulente era la risposta ad una precisa e unica richiesta, oggi deve riuscire ad anticipare la necessità dell’imprenditore, avere visioni più ampie e competenze più specializzate per offrire nuovi modelli di business, personalizzati, focalizzati sulla reale esigenza e opportunità del Cliente nel mercato di competenza.

Ora la nuova sfida per i consulenti è interpretare il nuovo mondo, affiancare l’imprenditore per aiutarlo a vendere ambienti di vita, stili di vita, non solo prodotti o servizi.

Il ruolo del “nuovo consulente di management” è quello di generatore di idee, di nuovi modelli di business, di co-innovatore con le imprese e con le idee degli imprenditori.

Deve imparare a costruire la filiera o stare attivo nella filiera e investire nella creatività per affrontare le grandi onde della transizione. E per rimettere in movimento il motore della generazione di valore non basta avere buone idee ma è necessario appoggiarle e accompagnarle alla forza delle dinamiche esponenziali che stanno trasformando il mondo sui nuovi assetti di produzione e di concorrenza.

E’ in atto un nuovo modo di approcciarsi al mondo economico, una nuova intelligenza, che è la base una transizione inarrestabile e che coinvolge tutto il mondo del lavoro che conosciamo: l’intelligenza relazionale!

La cultura imprenditoriale, soprattutto nel NordEst si è trovata disorientata di fronte a dinamiche di trasformazione fino ad oggi sconosciute e non è stato diversamente per i consulenti aziendali.

Rispetto al resto d’Europa le imprese in Italia investono pochissimo sulla consulenza professionale quale leva per la crescita, le strategie aziendali sono più sulla difensiva più che sulle opportunità di innovazione e manca una visione chiara del valore che può generare la professionalità di rete.

E in questo nuova realtà si è sempre più consapevoli che il valore aggiunto viene dal saper fare rete.

Ma cos’è veramente che ci ha messo in crisi?

Come l’insetto protagonista nel mito del “volo del calabrone” secondo il quale la struttura alare del calabrone, in relazione al suo peso, non è adatta al volo, ma lui non lo sa e vola lo stesso, così l’imprenditoria del NordEst negli ultimi 40 anni è nata ed è cresciuta senza una vera consapevolezza delle regole per una vera economia di mercato.

Alla richiesta di flessibilità la risposta era la flessibilità e la conoscenza del saper fare, che era molto ampia ma era basata sostanzialmente su esperienze acquisite e restava nel territorio. E tutto funzionava bene.

Poi siamo entrati nell’era della digitalizzazione e della globalizzazione

Decisamente interessante è stato l’intervento del Prof. Enzo Rullani  che ha dato una esauriente e chiara visione sulle grandi onde della transizione quali forze propulsive del prossimo futuro verso i nuovi orizzonti e le nuove sfide, per il riposizionamento concorrenziale delle imprese locali.

E’ di fondamentale importanza riuscire a focalizzare la competitività su nuovi modelli di sviluppo capaci di investire sull’intelligenza relazionale e sulla creatività in quanto valore aggiunto, rispetto alle conoscenze standard, già acquisite.

Con gli effetti della digitalizzazione le conoscenze acquisite e standardizzate sono state facilmente codificate ed è così che è stato semplice e veloce spostarle, trasferirle, muoverle in un mondo sempre più globalizzato, sempre più connesso. Si è entrati nell’era della globalizzazione. Tutto più veloce, tutto il conosciuto è più facile da fare e quindi con più facilità perde valore.

Non è mancata la capacità di adeguarsi al mondo che cresceva, che si strutturava, che si organizzava per un migliore stile di vita generale, ma non si è imparato a fare “rete”, a condividere insieme nuovi progetti e quando gli schemi si sono rotti spesso ci si è trovati da soli e impreparati ad affrontare le nuove sfide.

E’ un cambiamento che riguarda il modo di vivere e lavorare di tutti e che nessuno può trascurare.

La diffusione della nuova cultura cambierà tutto, questi tempi che sembrano oscuri finiranno e ci sarà un nuovo “rinascimento”.

La rete mete in rete la conoscenza

Il consulente di management è qualcosa di molto significativo perché è generatore di cambiamento intelligente, deve tenere il cervello aperto ai cambiamenti ed essere disponibile a mettere in rete più competenze per generare consulenze personalizzate e ottenere risultati utili per il Cliente.

Ed ha un ruolo fondamentale in questa trasformazione del mondo del lavoro, per questo non può restare fuori dall’innovazione che il “fare rete” può innescare.

Tutto ciò con un unico obiettivo: rispondere in modo efficace ed efficiente al progetto del cliente.

Entrando in azienda, in modo autonomo, relazionandosi con la struttura, a volte anche rompendo gli schemi.

Quello che offriamo al mercato deve essere unico e insostituibile e la consulenza flessibile è una risposta efficace perché la conoscenza generativa, quella conoscenza che sta nella testa delle persone, non è codificabile o sostituibile e in rete diventa un processo moltiplicativo di conoscenza.

Ecco perché, noi di Hospitality Team siamo sempre più convinti che fare rete tra consulenti di management è un valore aggiunto per ogni impresa e per ogni struttura ricettiva.

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