Le misure previste dal Piano Transizione 4.0 a sostegno degli investimenti strategici delle imprese
A dicembre 2019, in una lettera indirizzata a “Il Sole 24 Ore”, il Ministro dello Sviluppo Economico Patuanelli, anticipava l’entrata in vigore della nuova politica industriale 4.0, più inclusiva e attenta alla sostenibilità, ora attiva, con importanti misure a sostegno delle imprese italiane.
Semplificazione delle procedure e maggiore stabilità
A seguito di alcune criticità evidenziate dal precedente piano Impresa 4.0, in particolare il basso numero delle imprese che hanno goduto dei relativi strumenti a sostegno – ad esempio super e iper ammortamento – e che i 2/3 degli incentivi sono andati a medio grandi imprese, nonostante il Piano fosse rivolto pure alle micro e piccole imprese, si è scelto di rivedere alcuni meccanismi e caratteristiche, semplificando le procedure ed ampliando la platea di potenziali beneficiari.
Anzitutto, si è data alle misure una maggiore stabilità programmando la revisione in ottica pluriennale, così da garantire alle imprese un respiro di medio/lungo periodo. Poi si è scelto come principale strumento di accesso il credito d’imposta.
Il credito d’imposta come strumento di accesso alle agevolazioni
Nella stessa lettera, il Ministro affermava “Con la trasformazione di super ed iper ammortamento nel nuovo credito d’imposta per beni strumentali, genereremo un ampliamento della platea dei potenziali beneficiari: le stime sono +40%. Le misure diverrebbero infatti fruibili anche dai soggetti senza “utili” e in regime forfettario, come ad esempio le imprese agricole”.
Inoltre, il ricorso al credito d’imposta compensabile in 5 anni, comporta una riduzione del tempo di rientro dell’incentivo (soprattutto per i beni materiali, dato che il periodo medio di ammortamento è di 8 anni) e un’anticipazione del momento di fruizione già da gennaio dell’anno successivo. Col precedente Piano bisognava aspettare la dichiarazione fiscale dell’anno seguente a quello dell’investimento: vi è quindi un recupero di tempo pari a circa 7 mesi.
È stato preservato l’automatismo degli incentivi ed escluso ogni limite alla compensazione. Oltre a garantire un maggiore accesso, è stato potenziato l’incentivo per acquisto di software, incrementando l’intensità per l’acquisto di beni immateriali ed eliminando il vincolo d’investimento con i beni materiali.
Il Piano premia chi investe in innovazione sostenibile, R&S e formazione
Il Piano Transizione 4.0 è stato ideato con una maggiore attenzione all’innovazione, agli investimenti green e per le attività di design e ideazione estetica svolte dalle imprese operanti nei settori tessile e moda, calzaturiero, occhialeria, orafo, mobile e arredo e della ceramica, per valorizzare ulteriormente le produzioni del Made in Italy.
Ancora Patuanelli: “Siamo convinti delle potenzialità delle nuove misure anche perché garantiranno una maggiore competitività, premiando maggiormente chi più investe in innovazione sostenibile, ricerca, sviluppo e formazione”.
Il piano comporta una disponibilità di risorse pari a circa 7 miliardi di euro, per tutte le imprese: nessuno può considerarsi escluso, nemmeno le grandi, le quali avranno la possibilità di accedere ad ulteriori fondi disponibili presso il MiSE per circa un miliardo di euro, dedicati specificamente a grandi progetti di ricerca, sviluppo e innovazione.
Il Piano Transizione 4.0 non è comunque l’unica misura prevista dal Ministero a favore delle imprese: importanti fondi sono stati stanziati per l’IPCEI (Important Projects of Common European Interest) sulle batterie; il rifinanziamento di tutte le misure strategiche del MiSE come la “Nuova Sabatini”; i Contratti di sviluppo; le aree di crisi industriale; il Fondo di garanzia PMI; il potenziamento degli ITS.
Formazione e informazione: non solo fondi
Il Ministro Patuanelli chiudeva così la lettera al giornale: “Non possiamo limitarci a stanziare risorse. La crescita tecnologica è un processo che va supportato anche con il sostegno in termini di formazione e informazione. Per questo, abbiamo lanciato la misura dei manager dell’innovazione, e vogliamo creare una solida connessione tra il mondo produttivo e quello della ricerca. Il fine è garantire un adeguato livello di trasferimento tecnologico […]. La Transizione è una grande sfida, ma il nostro tessuto imprenditoriale saprà coglierla avendo il MiSE come primo alleato”.
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Per ulteriori approfondimenti, potete consultare il nostro articolo Credito d’imposta per beni strumentali, ricerca e sviluppo, formazione oppure rivolgervi al commercialista di fiducia, per capire come accedere alle agevolazioni previste dal Piano.